Los Angeles & The American Southwest: Las Vegas

Las Vegas, detta anche Sin City, posto che trovo assurdo perché pieno di contrasti, una grande città in mezzo al deserto, ricchezza e povertà che si scontrano in continuazione, immensi hotel dove il gioco è ovunque, anche incastrato nei fumosi banconi dei bar, persone che inseriscono monete o banconote come zombie senza uno scopo, mendicanti per la strada e persone che girano in macchine da centinaia di migliaia di dollari due metri accanto a loro. 

Saranno stati i 10 giorni a contatto con la natura ma tutte quelle luci, tutta quella gente e quei rumori mi infastidivano, a confronto con le meraviglie della natura, quel mondo artificiale mi faceva pensare solo allo spreco e alle persone tristi che buttavano i soldi senza nemmeno capirne il motivo, a molti questa città piace, a me no, ero ovviamente incuriosito dal posto e sinceramente pensavo fosse più finto di quanto invece lo sia in realtà, anche le dimensioni degli hotel sono davvero notevoli.

Molti hotel della strip hanno la loro peculiarità, chi ha un lago artificiale con uno show di fontane (Bellagio), chi un vulcano che ogni ora erutta con tanto di esplosioni e fuoco vero  (Mirage), o chi ha una riproduzione di città all'interno (New York New York, Venetian, Caesar Palace).  

Abbiamo passato il pomeriggio e la sera camminando dentro i vari hotel, abbiamo cenato nel nostro, il New York New York, in un ristorante italiano, devo dire che la pizza era davvero ottima, un aspetto positivo di questa strana città è che quando fanno una cosa almeno la fanno fatta bene !  Al mattino abbiamo fatto colazione e siamo ripartiti, la polvere e il caldo estremo della Death Valley mi attirava sicuramente di più. Per me Las Vegas è stata una tappa obbligata al fine di mediare le distanze tra Zion e la Death Valley, volevo togliermi la curiosità di vederla, nulla di più, non avevo grosse aspettative perciò direi che è andata bene, sicuramente meglio del finto "ranch" della sera prima.